Davide Mansueto Raggio un artista fuori del tempo.

Durante l'edizione della 30ª Expo Fontanabuona  a Calvari - San Colombano Certenoli, si è svolta presso il Lascito Cuneo, la mostra dedicata ad un artista molto particolare, intitolata "Davide Mansueto Raggio un artista fuori del tempo".

Nonostante avessi eseguito l'impaginazione del quaderno a lui dedicato e già visto, quindi, le foto delle sue opere, quando finalmente l'ultimo giorno di expo son riuscito a visitare la mostra e vederle dal vivo, son rimasto ancora più colpito. (continua...)

Lascito Cuneo
Lascito Cuneo
Locandina della mostra
Locandina della mostra
Quaderno
Quaderno

Brevissima nota biografica:

Davide Mansueto Raggio nasce nel 1926 a Celesia di San Colombano Certenoli, ha avuto una gioventù molto travagliata: la guerra al fronte e i sei mesi in un campo di prigionia sono eventi che lo segneranno profondamente. Probabilmente sono la causa dei primi squilibri psichici, che in seguito, dopo varie vicissitudini ed il definitivo rimpatrio dall'Argentina nel '56, lo porteranno ad essere ricoverato all'ospedale psichiatrico di Quarto a Genova dove rimarra per 46 anni.

Mancherà nel 2002 all'ospedale di Recco dove era stato ricoverato.

 

 

Di seguito riporto le foto di alcune opere esposte (mi scuso per la scarsa qualità delle stesse, ma le ho realizzate con il cellulare) e alcuni pensieri personali riguardo la mostra.

Non sono un critico d'arte, quindi quelle che seguono, sono solamente le impressioni suscitate dalle opere esposte, al mio occhio di semplice visitatore. 

Intanto sono rimasto sorpreso, nel vedere come una persona senza istruzione artistica, (intendo che non ha frequentato istituti o accademie di arte) se si esclude la frequentazione avuta con Claudio Costa, sia riuscito ad esprimere il suo "vissuto" in maniera così efficace, spaziando tra vari stili e tecniche con materiali poveri e di recupero.

Molti dipinti, mi sembra quasi tutti eseguiti su cartoncino o cartone, hanno un tratto infantile, mi ricordano molto i disegni dei bambini, ma raffigurano scene che sicuramente non appartengono al loro mondo. In questo caso non conta tanto il segno ma il contenuto.



Le sculture, realizzate recuperando pezzi di legno, radici, rami e poi assemblate con il fil di ferro, sembrano indietreggiare impaurite in precario equilibrio e sul punto di cadere.


Le scene e le figure dei bassorilievi, intagliati su tavolette di legno, nascono da un segno, un colpo, un'incisione, un nodo già presente e si sviluppano intorno ad essi, indicando una grande fantasia e un occhio attento a come trasformare in arte qualunque oggetto. 


Le mie preferite però, sono le opere ricavate lacerando e strappando la superficie del cartone, le trovo geniali. 

Riporto un passaggio di un articolo di Dino Menozzi scritto per "L'arte naive" n°55 del 1995 presente sul quaderno:

"Su analoghi cartoni a nido d'ape delle scatole di imballaggio, usati in precedenza per le "pitture", Raggio opera alcune abrasioni con le quali solleva e strappa lo strato superficiale di carta che riveste il cartone stesso: egli ottiene dunque le sue figurazioni immaginarie lacerando la carta secondo direzioni volute in modo da mettere a nudo lo strato sottostante, mentre le parti rimosse rimangono arrotolate ed appese alle estremità delle membra delle figure così realizzate".


Sono invece inquietanti, almeno per me, le scene dei "quadri" riportati sotto, in cui come colori per dipingere, ha utilizzato elementi naturali quali la cenere, il mattone sbriciolato, il fango e l'argilla, quest'ultima da lui chiamata "sassomatto" miscelati con il vinavil e poi applicati sui soliti cartoni usati come tele. 


Ultime due foto per far vedere come Raggio operasse con qualsiasi materiale, in questo caso gusci di cozze e sassi


Anche quest'anno, come i passati, Renato Lagomarsino, ideatore e organizzatore delle mostre del Lascito Cuneo, in questo caso con il sostegno dell'Istituto per le materie e le forme inconsapevoli e del Museattivo Claudio Costa, è riuscito a trovare e far conoscere il lavoro di un artista delle nostre zone, che probabilmente la maggior parte delle persone non conosceva.

 

P.S.

Mia figlia di quasi cinque anni, dopo aver visto la mostra, appena arrivati a casa mi ha chiesto nell'ordine: una tavoletta (avevo solo un pezzo di compensato verniciato bianco), del cotone, la colla e il disinfettante. Si è chiusa in cameretta e dopo un po' di tempo è venuta a chiedermi di scriverle su un foglio la parola Croce Rossa che doveva ricopiarla.

Questo nella foto è il risultato; i lavori di Raggio hanno colpito anche lei.

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